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Articoli è uno spazio dedicato a quanto apparso sulla "carta stampata", collezionato e scelto dall'autore nel corso degli anni.

VARDANDO  L  CIANPANIN  D   DANTA:
100 ANE! AUGURE!                                                          

Avea n bel dì’ chei d’Oronze“Danta, cianpanin d len”,  
ma ades n’i patla pì  dopo ch t es ruò tu: l pì’ auto,
 l pì’forte,.l pì’ bel dal Cadore, n’ “ Bulo”
che se perde zal torchin dal zielo
 utfo d Piedo Pizal, crode dele Ongane.
Vanto e capolaoro de Pre Santo.

Zinche cianpame ch parla e cianta.
 Cuatro vuete ch vede duto:
       l Peralba, l’Antelao, la Digpla,
       e l’Aiarnola col Paso dla Sentimela.
Da doman t es al primo a desdà chi etre paese
 ncamò indormnzade  zal caligo
parchié ch t es anche al prino a vede al sorotio.

T as visto tante in 200 ane
Taliane e todese cul s-iope
L Tudaio, l Cavalin e l Cuatrnà a sbarà.
Ma ades par che i tì ebia scoltò.
T i vede duce contente
In festa d’istiade e d’inverno.

Tu n t es pr nei n colonelo, t es un d nei,
n pare e na mare insieme, t fas d nei na sola fameia
parchié ch t as n cuere che vive aped nei.
T vede chel ch fadon, l barodade di canaie,
l todele ch dopo zena va a tol aga cul zanpdon
pr cetà l coscrito che ze gedia,
 à strizò l’ueio e  zignotea.

E cuan che nei, dadsera, don a dormì, tu tes davdin
a chel ch à mal, che se desèda e che n riese  a dormì, t fas coragio, e t dis chiè ora ch é.
Ma cuan ch scomenza a spicié, alora t fas capì
Ch è ora da dì a derde, da dà la donta, borà l vace
e po’ a “Cianpana”  sveglia ch è ora
e “po la Messa”- e po’ la scola.
Ma a mdodì t es pronto a dì’: “Basta!
Bisogna dì’ a marenda e così dadsera
cu l’Ave Maria: “E ora d tornà a ceda.
E’ la femna e i canate che  spieta”.

Anche i lontane pensa a te e siente la mancanza
pì’ dla Croda de Mdodì.
.T es contento cuan che i torna a cetate
Vuesto bete l’alegria de le to cianpane per le feste.
Tu t es in festa pì’ d nei.
La solenità dal Conzerto pla Mesa Granda.
L cianpane pr Pasca e Nadà.
T cride da noze con i spose
e t ride cuan che i porta i pizi a batié.
Te piande e pr l’agonia di malade
E te preie per l’anma d chei ch va lasù,
a cetà i so vece e a parcé n posto anche per nei.,
Tu te das sicureza a duce e te dis
Che tormaron a cetase ncamò insieme.

E po’ tu te ne das l coragio
Cuan che al Gio Gran bicia su come n diau
Parchié, zal tenporal, t es come santa Batbora,
te ciape duce tu duce i fulmini
e alora le saete n fa pi’ paura.
T es atento a chei che preia e te i conpagne
Ze le porzsion, intorn tavela e  a sant’Ana
pr fei canbié l tenpo e t es senpro atento
con la Roca  ai nughi bianche dla tanpesta.

T es proprio un d nei, ma l pi’ forte,
incuei,t es anche l pi’ vecio, l pi’ fedele.
T es l sinbol dal paese, ma t es anche la nostra fede.
Auguri!

OSSERVANDO IL CAMPANILE DI DANTA:
100 ANNI! AUGURI!

Avevano un bel burlarci quelli di Auronzo
dicendoci: “Danta, campanile di legno”*1
ma adesso non parlano più dopo che sei giunto tu:
il più alto, il più fotte, il più  bello del Cadore,                   
un “Bulo”*2 che si perde nel turchino del cielo,                   
tufo di Piedo Piccolo*3 , sassi del buco delle Ongane,*3       
Vanto e capolavoro di Pre Santo.                                   

Cinque campane che parlano e cantano,                               
 quattro vuoti che vedono tutto:
         il Peralba, l’Antelao, la Digola,
        e l’Aiarnola col Passo Sentinella.
Di mattino sei il primo a svegluare gli altri paesi
  ancora ddormentati nella nebbia  
  perché sei anche il primo a vedere il sorgere del sole.

Ne hai viste tante in 100 anni  :                
Italiani e Tedeschi a sparare coi fucili,
dal Tudaio, Cavallino el Quaternà.
Ma adesso pare che ti abbiano ascoltato.
                 Tu li vedi tutti contenti
               d’estate e d’inverno. 
Tu non sei per noi un colonello,sei uno di noi,
un padre ed una madre insieme,
e fai di noi una sola famiglia
perché hai un cuore che vive con noi.
Tu vedi quello che facciamo,
le birbonate dei fanciulli,
le giovani ragazze che dopo cena
 vanno ad attingere acqua coll’arconcello
per incontrare il cosctrtto che in chiesa
     strizzava l’occhio ed ammiccava.

E quando noi, di sera, si va a dormire,
tu sei vicino a quello che sta male,
che si sveglia e che non riesce a dormire,
Tu gli dai coraggio e gli dici che ora è.    

Ma quando comincia ad albeggiare
allora tu fai capire che è ora di andare in stalla
per dar alle mucche altro fieno ed abbeverarle ,
e poi, al suono dell’Ave Maria sveglia! che è ora
e poi la Messa e poi a scuola!
Ma a mezzogiorno sei pronto a dir Basta”
Bisogna andar a pranzo e così la sera,
con l’Ave Maria: “E’ ora di tornare a casa:                        
C’è la moglie e son i bambini che aspettano.

Anche i lontani pensano a te
e sentono la tua mancanza
più ancora della Croda di Mezzodì
Tu sei contento quando ritornano a trovarti.
Vuoi paragonate l’allegria
dellertue campane per le feste!
Tu ri senti in festa più di noi.

La solennità del Concerto per la Messa Grande!
Le campane per Pasqua e per Natale!
Tu fai il classico grido da nozze per gli sposi
e ridi quando portano i piccoli al battesimo.
Tu piangi per l’agonia degli ammalati
E preghi per l’anima di colui che va lassù
a trovare i suoi vecchi
ed a preparare un posto anche per noi.
Tu dai sicurezza a tutti e dici loro
Che torneremo a ritrovarci ancora insieme.

E poi tu ci dai coraggio
quando il Rio Grande, come un diavolo, emana nebbioni                  
ce lo dai anche durante il temporale,
Sei come santa Barbara:
tu ti attiri tutti i fulmini 
ed allora le saette non ci fanno più paura.
Sei attento a quelli che pregano
 E li accompagni nelle processioni,
in quelle delle Rogazioni ed a sant0Anna
per far cambiare il tempo
e sei sempre attento con la Rocca
ai nuvoloni bianchi della tempesta.

 Sei proprio uno di noi, ma il più forte!
Ed oggi, sei anche il più vecchio, il più fedele.
Sei il simbolo del paese,
ma sei anche la nostra fede.
Auguri!

 

*1 (Si collega a “Siega zienza aga)
*2 campione di bellezza
*3 località delle cave

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(Speditami nel 2001 dall’ing. don Luigino Bozzo salesiano)